A proposito della Petitio Raimundi tra Celestino V e Bonifacio VIII
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[ita] Nel 1294, nel suo soggiorno in Italia, Raimondo Lullo indirizza a papa Celestino V
una lettera (dagli studiosi collocata nel novembre del 1294), della quale rimane la
versione originale catalana, testimoniata da un unico manoscritto; i testimoni della
traduzione latina che ci rimangono –due dei quali legati sicuramente ad ambiente autoriale– sono tutti invece indirizzati al successore Bonifacio VIII. La breve durata del
pontificato di Celestino V giustifica in effetti questo cambio di indirizzo.
Il recente rinvenimento in un manoscritto quattrocentesco posseduto da Giovanni da
Capestrano di una copia della traduzione latina indirizzata a Celestino V riapre la
questione. L’analisi filologica conferma la bontà del testo trasmesso, che si colloca
all’altezza del testimone più antico della redazione bonifaciana, provando sia l’esistenza di una traduzione a Celestino V sia la necessità di ripensare i movimenti di Lullo
e la cronologia delle opere tra 1294 e 1295.